Il prossimo 11 giugno sarà pubblicato il volume Una città operosa. Archeologia della produzione a Pisa tra Età romana e Medioevo, a cura di Federico Cantini e Claudia Rizzitelli (Firenze, All’Insegna del Giglio, 2018).
Quarta di copertina:
Le attività produttive stanno tornando al centro dell’interesse degli archeologi perché esse possono essere utilizzate come un ottimo indicatore dello sviluppo o della recessione delle economie antiche, specie se analizzate negli aspetti legati al tipo di tecnologia impiegata nei processi produttivi, alla scala degli investimenti fatti, alla quantità e qualità degli oggetti prodotti, alla distribuzione topografica delle officine e all’ampiezza del mercato entro cui circolano le materie prime e gli oggetti finiti. Queste variabili analizzate nel tempo e nello spazio permettono di ricostruire quadri socio-economici estremamente ricchi ed inediti. La scelta di concentrarsi su Pisa è legata alla volontà di osservare le trasformazioni delle città tra l’Età antica e quella medievale da una sede privilegiata, dove spesso i macrofenomeni economici si manifestarono con un certo anticipo e con caratteri del tutto straordinari rispetto gli altri centri urbani della regione. Ma questa eccezionalità fu una costante della storia pisana o si manifestò in forme e scale differenti nel tempo? Ecco allora la necessità di osservare i fenomeni economici nella lunga durata, per individuarne i momenti di continuità e discontinuità, per scandirne i tempi di accelerazione e decelerazione, e per comprendere in che modo questi stessi fenomeni furono influenzati dalle trasformazioni che interessarono molte città europee e mediterranee tra Età romana e Medioevo.
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