Lo studio dei siti di cava si concentra generalmente sulla ricostruzione dei processi di estrazione, mentre gli spazi rupestri sono spesso stati esaminati da un punto di vista architettonico o storico-artistico. Tuttavia, un approccio strutturale globale all’analisi di questi spazi scavati consentirebbe di comprendere meglio anche il ruolo dei professionisti che hanno lavorato alla loro realizzazione. Siti di cava e insediamenti rupestri sono raramente inclusi nello studio globale dei paesaggi storici e sono poche le iniziative dedicate al dibattito teorico e metodologico riguardo l’importanza di queste evidenze per la comprensione delle società passate: i convegni di Saint-Martin-le-Vieil, organizzati per 15 anni da Marie-Elise Gardel; i seminari di ricerca “de la carrière à la construction” a cura del Laboratoire de Médiévistique Occidental de Paris (LAMOP – Université Paris-Panthéon Sorbonne); le recenti sessioni organizzate al convegno dell’EAA (European Association of Archaeologists) (2017-2019) e durante il congresso della Società Italiana degli Archeologi Medievali (SAMI) che si è svolto a Matera nel 2018.
Lo studio delle strutture rupestri e delle cave di pietra pone numerosi problemi metodologici: la loro natura sotterranea impedisce la penetrazione della luce naturale, gli spazi angusti poco si prestano alla documentazione fotografica e la presenza di ravaneti e blocchi di grandi dimensioni ostacola l’osservazione dei fronti di cava. Questi siti sono stati spesso percepiti come il risultato di processi sincronici. Di conseguenza, la morfologia degli spazi è stata a lungo il solo oggetto di studio, lasciando in secondo piano l’analisi delle fasi di lavorazione e la determinazione delle relative cronologie. Inoltre, sono ancora pochi i ricercatori interessati allo studio dei processi di scavo e di estrazione, essenziali per definire l’economia del cantiere, identificare e qualificare gli attori che hanno contribuito alla creazione di queste evidenze e comprendere l’organizzazione e la funzione degli spazi all’interno dei siti stessi.
L’organizzazione di questo convegno mira dunque a proseguire la discussione internazionale sugli spazi rupestri e le cave di pietra, considerati aspetti di uno stesso fenomeno estrattivo, luoghi in cui si esprimono e tramandano saperi empirici e artigianali specifici, legati alla lavorazione della pietra. Il convegno prevede un approccio diacronico e pertanto sono benvenuti tutti i casi studio, senza limiti cronologici. L’incontro sarà organizzato considerando due diverse prospettive di ricerca e scale di indagine:
- l’analisi delle singole pareti rocciose, con lo studio delle tracce di lavorazione per la comprensione degli utensili e delle fasi di scavo;
- l’analisi della struttura (sito/cava) nel suo insieme, tramite la contestualizzazione dei risultati dello studio delle pareti.
La conferenza si svolgerà il 25 e 26 marzo 2021, in lingua inglese. Considerata l’attuale situazione sanitaria e per permettere a tutti di partecipare in sicurezza, l’evento si terrà online su una piattaforma gestita dall’Università di Pisa e sarà trasmesso in streaming su YouTube e Facebook. L’incontro consentirà di dare inizio a una riflessione condivisa sulle modalità di analisi relative agli spazi scavati nella pietra. Un momento di discussione, al termine della prima giornata, sarà dedicato alle questioni di vocabolario, spesso rivelatrici di diversi approcci teorici e scuole di pensiero.
Si incoraggia la partecipazione di dottorandi e giovani ricercatori.
Gli abstract in inglese (max 300 parole, da 3 a 5 parole chiave e un’immagine) dovranno pervenire entro il 15 gennaio 2021 a iraargroup@gmail.com.
La conferenza è organizzata dal Laboratorio Mappa tra le attività del Dipartimento di Eccellenza, in collaborazione con l’Università di Pisa, il CNRS di Parigi e l’Università Autonoma di Madrid.
Per tutte le informazioni, visitare la pagina dedicata: https://www.mappalab.eu/tracce-incise-della-lavorazione-della-pietra/
English version
The archaeological study of quarries focuses mainly on the reconstruction of the extraction process, while rock-hewn spaces have often been approached from the point of view architectural styles or art-history. Nevertheless, a holistic structural approach to the study these spaces could allow a better understanding of the agency of those who carved the stone. Stone quarries and rock-cut sites have rarely been included in global studies of historical landscapes and few are the forums dedicated to the theoretical and methodological debate over the importance that these sites have for the understanding of past societies: the conference cycle organized by Marie-Elise Gardel at Saint-Martin-le-Vieil over the past 15 years; the research seminars ” de la carrière à la construction ” coordinated by the Laboratoire de Médiévistique occidentale de Paris (LAMOP – Université Paris-Panthéon Sorbonne); the recent sessions at the conference of the European Association of Archaeologists (2017-2019) and at the symposium of the Society of Italian Medieval Archaeologists (SAMI) which took place in Matera in 2018.
The study of these structures raises many methodological problems for researchers: the subterranean nature of some sites prevents the presence of natural light; the narrowness of the passages makes surveying difficult and the presence of waste piles and big blocks make the observation of quarry fronts extremely difficult. These sites have often been perceived as the result of synchronic processes. Because of that, site layouts have long been the only objects of study, neglecting the analysis of the carving phases and the determination of the relative chronologies. Furthermore, few researchers seem interested in the study of excavation and extraction processes, essential for defining the economy of the sites, identifying and qualifying the human agents who contributed to the creation of this evidences and understanding the
organization and function of the space within the sites themselves.
The conference aims at carrying on the international debate on the archaeological investigation of ROCKCUT SPACES and STONE QUARRIES, considered as aspects of the same mining phenomenon: places in which specific empirical and handcrafted knowledge related to stone working is expressed and conveyed. The conference envisages a diachronic approach and therefore all case studies are welcome, without chronological limits. The meeting will be organized considering two different research
perspectives and observation scales:
- the analysis of the individual rock walls, considering the study of tool traces as a proxy for understanding the carving phases;
- the analysis of the structure (site/quarry) as a whole, by contextualizing the results of the study of the single walls.
The conference will be held on March 25th and 26th, 2021. Official language is English. Due to the current situation and in order to allow everybody to participate, the conference will move online. The event will be hosted on a platform supplied by the University of Pisa and streamed on YouTube and Facebook. The meeting will promote a participated reflection on the methods for documenting spaces that are carved in stone. A moment of exchange at the end of the first day will be devoted to questions of vocabulary, often revealing of different theoretical approaches and traditions of study.
The participation of PhD students and young researchers is encouraged.
Proposal for communications (abstract max 300 words, 3 to 5 keywords and one image) should be sent in english before 15 January 2021 to iraargroup@gmail.com.
The conference organized by the MappaLab, University of Pisa, the CNRS of Paris and the Autonomous University of Madrid..
For all informations: https://www.mappalab.eu/tracce-incise-della-lavorazione-della-pietra/