Pubblichiamo un ricordo della Professoressa Maria Antonella Galanti scritto dalla collega e amica Donatella Fantozzi.
Antonella è mancata, Antonella già manca; a me, alla comunità scientifica e a quella più estesa. A causa della pandemia nell’ultimo anno non ci siamo potute vedere spesso di persona ma ci sentivamo continuamente. La sua era una presenza totale che si percepiva anche in una battuta veloce; la sua capacità di cogliere immediatamente l’essenza del dubbio, della riflessione, dell’idea che le veniva posta era, credo di poter dire non solo per me ma per tutti coloro che hanno avuto la possibilità di intrecciare la propria vita con la sua, la caratteristica più affascinante della sua personalità. Una personalità per niente lineare, come la sua formazione e le sue competenze: Antonella era capace, come pochi, di curvare in maniera complessa il sapere generando e dimostrando la necessità del confronto e della collaborazione sia sul piano teorico che sul piano operativo, riuscendo a percorrere territori di confine annullando con competenza proprio i confini.
Non sono in grado di salutarti Anto, voglio pensare che, così come è stato il nostro lungo rapporto, per qualche motivo indipendente da noi per un po’ non ci incontreremo ma non per questo ci allontaneremo. Non voglio neanche ringraziarti, so che a te non piaceva, però sento il bisogno di dirti che ti sono riconoscente per avermi dato, nei fatti, fiducia stima e amicizia sincere. Le ultime parole le lascio pronunciare ai tuoi amati studenti che di te hanno detto: gli studenti della Galanti si dividono in due categorie, quelli che la amano e quelli che mentono.
Ciao Anto.
Donatella Fantozzi