Dal 28 novembre 2021 si terrà a Pisa il “Festival Nessiah – Viaggio nell’immaginario culturale ebraico“, che per la 25esima edizione propone un doppio palinsesto, con 7 appuntamenti dal vivo (dal 28 novembre all’8 dicembre) e 4 concerti online (dal 13 al 16 dicembre), legati dal tema scelto per l’edizione 2021: “Esodo: ritorno al futuro?”.
Il festival, diretto dal maestro Andrea Gottfried, è organizzato dalla Comunità ebraica di Pisa e sostenuto da Fondazione Pisa, Comune di Pisa, RE.T.E. Rete Toscana Ebraica e Regione Toscana, e quest’anno vedrà una serie di incontri e appuntamenti realizzati in collaborazione con il CISE – Centro interdipartimentale di Studi Ebraici, e il coinvolgimento dei docenti e ricercatori del Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere.
Tra gli eventi realizzati in concerto con il CISE si segnalano:
ore 11:30 – 13:30, Sinagoga di Pisa.
L’umorismo spesso si collega al concetto di stereotipo dove la maschera diventa una difesa strenua della propria identità. Ne parleranno il Prof. Fabrizio Franceschini e l’artista Enrico Fink in un dialogo che parte dal bagitto, lingua degli ebrei livornesi, per arrivare fino ad Hollywood.
L’evento in collaborazione con il CISE (Centro Interdipartimentale di Studi Ebraici, dell’Università di Pisa) è dedicato alla memoria di Armando Castro, compianto Presidente della Comunità Ebraica di Pisa, grande sostenitore del Festival Nessiah, e vedrà la partecipazione straordinaria di Piero Nissim con un omaggio personale all’amico di infanzia.
ore 18:30 – 20:00, Gipsoteca di Arte Antica.
Evento a cura dell’autrice Simona Lo Iacono e Alessandra Peretti, in collaborazione con CISE e Libreria Ghibellina.
L’on. Paolo Fontanelli, in veste di lettore interessato, parlerà del libro in un dialogo stretto con l’autrice.
Il romanzo narra di Anna Maria Ciccone, una donna e una scienziata che visse in un’epoca che le fu ostile, un tempo di ostinati pregiudizi e barbarie totalitarie. Nata a Noto nel 1891, partì dalla sua Sicilia e arrivò a Pisa poco prima che scoppiasse la Grande Guerra per studiare fisica: unica donna del suo corso. Insegnò alla Normale e seguì per un’intera vita le traiettorie e le intermittenze della luce, perché la spettrometria era l’oggetto dei suoi studi. Studi che ebbero una vasta risonanza persino nel campo della nascente meccanica quantistica molecolare. Oggi diremmo che si impose in un mondo maschile. Ed è certamente vero. Oggi parleremmo della sua passione, della sua forza e del suo coraggio nel riuscire a salvare, nel 1944, i testi ebraici della biblioteca dell’università di Pisa dai nazisti che volevano requisirli e poi distruggerli.
La sua figura non è riconducibile, tuttavia, soltanto alle sue pionieristiche ricerche o alle sue impavide azioni. Con uno sguardo che attraversa il suo tempo, Simona Lo Iacono ritrae la vita di una donna capace di affermare in ogni ambito dell’esistenza la forza della sua fragilità. Ne esce un romanzo che non si lascia definire, che ci costringe a convivere con una nostalgia
Simona Lo Iacono è nata a Siracusa nel 1970, è magistrato e presta servizio presso il tribunale di Catania. Nel 2016 ha pubblicato il romanzo Le streghe di Lenzavacche (Edizioni E/O), selezionato tra i dodici finalisti del Premio Strega.
ore 20:30 – 22:00, Gipsoteca di Arte Antica.
Compagnia Italiana presenta ARSA, di Giuseppe Manfridi. Uno spettacolo di Andrea Buscemi con Martina Benedetti. Musiche originali di Niccolò Buscemi.
Lo spettacolo sarà introdotto dalla Prof.ssa Carlotta Ferrara degli Uberti che delineerà un ritratto storico della figura di Sara Copia Sullam.
Venezia, nel ghetto ebraico di Cannaregio, a cavallo fra il Cinque e il Seicento, dove Sara visse scrivendo. Il suo epitaffio ce la tramanda bella e consunta, di febbri, precocemente. Amava leggere quanto amava scrivere e leggeva di tutto, ma soprattutto versi. Leggeva i poemi della sua gente, ne leggeva di antichi e moderni, di arabi e cristiani. La fame da cui era trascinata la portò infine a imbattersi ne La regina Esther, una sterminata sequela di endecasillabi ben foggiati che racconta, per l’appunto, di una regina pagana. Ne era autore un vecchio cattolico bolognese, l’erudito Ansaldo Cebà, arido quanto la sua penna ma che pur seppe incantare la fanciulla con la grave possanza del suo armamentario retorico e con la sterile precisione della sua metrica. Perciò Sara gli scrisse; lui le riscrisse e lei gli riscrisse ancora, innamorata di quell’uomo che non incontrò mai e che una sola cosa insisteva a chiederle: di convertirsi. Sara è furiosa, contro di lui e contro di sè, e contro l’incauto sacerdote che quotidianamente la raggiunge nel ghetto affinchè ella possa raccontare la sua vicenda epistolare e sentimentale, compiendo penitenza.
Sara cercherà redenzione digiunando, legandosi a se stessa fino all’estinzione e alla trascendenza. Così le parole avranno bruciato Sara: ora le parole servano a raccontarla.
Per il programma completo dell’edizione 2021: www.festivalnessiah.it