Pubblicato in open access lo studio che coinvolge Niccolò Mazzucco dell’Università di Pisa
È appena uscito in open access l’articolo: “Use-Wear Evidence for the Use of Threshing Sledges in Neolithic Greece” ad opera di Mazzucco, N., Ibáñez, J.J., Anderson, P., Kotsakis, K. Kita, A., Adaktylou, F., Gibaja, J.F.
La slitta da trebbiatura, anche nota con il termine romano tribulum, è uno strumento che è stato usato fino a pochi decenni fa per separare la paglia dal grano in moltissimi paesi Mediterranei, dalla Turchia fino alla Spagna. Uno studio recente condotto da un team internazionale di ricercatori ha dimostrato che le slitte da trebbiatura furono introdotte in Grecia già dal Neolitico. Questa scoperta anticipa i precedenti record di tale tecnologia in Europa di almeno 3.000 anni, fornendo nuove intuizioni sulle innovazioni tecnologiche delle società neolitiche.
La ricerca è stata svolta all’interno di vari progetti di ricerca finanziati dall’Unione Europea, dall’Italia e la Spagna e guidata dall’Università di Pisa, in collaborazione con il CSIC in Spagna e l’Università Aristotele di Salonicco. Il gruppo di studiosi ha scoperto prove convincenti che le slitte da trebbiatura venivano utilizzate in Grecia già dal 6500 a.C. Applicando metodi analitici avanzati alle industrie in selce, tra cui la microscopia confocale, sono stati in grado di tracciare l’adozione precoce di tale tecnologia e l’adattamento di quello che può essere considerato tra i primi macchinari agricoli in Europa.
Niccolò Mazzucco dell’Università di Pisa, ricercatore principale del lavoro, ha sottolineato: “Le slitte da trebbiatura rientrano in un più ampio processo d’innovazione tecnologica che coinvolge l’uso degli animali come forza lavoro, per spingere carri, trainare slitte, o semplicemente trasportare materiali.” Negli ultimi anni ci sono sempre maggiori evidenze che i primi animali domestici non fossero usati esclusivamente come fonte alimentare, per la loro carne e l’uso delle loro pelli, ma anche per la produzione di derivati del latte e come forza lavoro. Quello che fino a pochi decenni fa si considerava un’innovazione tarda, ad oggi si dimostra essere una pratica esistente sin dalle prime fasi del Neolitico in Europa.
I dettagli completi di questo studio sono presentati nell’ultimo numero della rivista Journal of Archaeological Science: Reports. I risultati ottenuti aggiungono un capitolo cruciale alla storia dello sviluppo agricolo, e sottolineano come il Neolitico fu un periodo di significativo avanzamento tecnologico. Il lavoro inoltre ci permette di comprendere meglio come ebbe luogo la diffusione delle tecnologie agricole in Europa. “Sebbene in Grecia l’uso delle slitte da trebbiatura si documenti sin dalle fasi antiche del Neolitico, nel resto del Mediterraneo la diffusione di tale tecnologia si blocca. In Spagna ed in Portogallo non si ha testimonianza dell’uso di tale tecnologia sino ad almeno il terzo millennio.”
Questo lavoro dimostra che il settore agricolo fu terreno d’innovazione tecnologica sin dalla Preistoria, e solleva questioni significative sulla trasmissione delle conoscenze tecnologiche tra le diverse regioni del Mediterraneo. “L’analisi dettagliata dei ritrovamenti archeologici e l’uso di metodologie avanzate ci permettono ora di inquadrare meglio le dinamiche di sviluppo delle prime società agricole e di valutare l’impatto delle innovazioni tecnologiche sulla struttura sociale e sull’economia del tempo,” aggiunge Mazzucco. “Da anni lavoriamo per ricostruire le vie e i meccanismi di diffusione dell’agricoltura dal Vicino Oriente al resto del Mediterraneo. Scoprire i processi di innovazione tecnologica e come sono state introdotte nuove macchine è fondamentale per ricostruire i sistemi tecnologici del passato. L’uso del tribulum permette di aumentare notevolmente la quantità di grano lavorato e di accelerarne la lavorazione. In passato, si riteneva che questa innovazione fosse legata alla nascita dei primi stati, ma il nostro studio dimostri che il suo primo uso è assai più antico”. Ciò che fino a qualche decennio fa era considerato un’innovazione tardiva, oggi si dimostra essere una pratica esistente sin dalle prime fasi del Neolitico in Europa”.