Il progetto di ricerca richiede l’apporto di una vasta gamma di competenze inquadrate nelle Aree 11 e 10. Rispetto a una definizione più generale del tema (ad esempio permanenza/cambiamento, continuità/innovazione), tre elementi qualificano il progetto, rendendolo più specifico e innovativo.
La polarità fra resilienza e accelerazione del tempo storico
Polarità fra resilienza e accelerazione del tempo storico nel senso di relazione fra due termini allo stesso tempo antitetici e correlati. Resilienza è, in senso tecnico, la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi. Più specifico di permanenza, il termine rimanda a una situazione di contrasto fra una struttura e dei fattori di cambiamento che incidono su di essa: nel nostro caso può significare la capacità di una struttura di contrastare/assorbire un’accelerazione dei processi di trasformazione e di cambiamento. L’accelerazione presuppone un sistema di riferimento rispetto a cui misurarla, dunque degli elementi relativamente più stabili (strutture, contraddistinte da una diversa velocità/temporalità) rispetto ai quali l’accelerazione si pone in termini di scarto o differenza, ma senza i quali è impensabile. Più che un’opposizione fra cambiamento e assenza di cambiamento, si hanno propriamente relazioni fra tempi diversi del cambiamento. Il progetto intende esaminare momenti e processi caratterizzati dalla compresenza dei due aspetti: né la permanenza/innovazione da sole, ma insieme gli elementi di resilienza e la velocità del mutamento, colti nelle diverse forme della loro relazione. Esempi di problemi che il progetto affronterà sono: in che misura concetti come crisi, rivoluzione o progresso significano (anche) dei processi di interazione fra resilienza e accelerazione? In che misura invece implicano schemi concettuali diversi? E cosa si guadagna allora parlando invece di resilienze e accelerazioni (per esempio in termini di periodizzazioni e cesure)?
La percezione del cambiamento
La considerazione della dimensione soggettiva del cambiamento ha senso in un approccio non riduzionistico: cioè in quanto non si considera la percezione del cambiamento da parte dei soggetti coinvolti un mero epifenomeno. L’ipotesi può essere formulata così: la percezione non sempre coincide con il cambiamento effettivo, ma può essere in alcuni casi uno dei fattori del cambiamento (retroazione). Il progetto ruota dunque attorno a due coppie di concetti, combinate fra loro in vari modi: a) resilienze: percepite come tali / non percepite come tali; b) accelerazioni: percepite come tali / non percepite come tali. La scelta dei momenti (scansioni, periodizzazioni) oggetto di indagine è da questo punto di vista significativa ed innovativa: l’inclusione della percezione del cambiamento fra gli argomenti del progetto può portare a privilegiare scansioni sfalsate rispetto alle cesure più tradizionali fra antico, medievale, moderno ecc.
La nozione di struttura
Le considerazioni esposte nei due paragrafi precedenti possono essere collegate a questioni relative alla nozione di struttura, centrale nel programma. Il primo punto è come definirla: per esempio una definizione formale può essere quella che vede, come tratto distintivo di una struttura, la presenza di un insieme di fattori fortemente interconnessi, tali per cui il cambiamento di un fattore porta al cambiamento degli altri. Così intesa, la struttura non coincide con la nozione di epoca, in cui possono coesistere più strutture. Rispetto alle strutture, si può avere un atteggiamento tassonomico o descrittivo, oppure uno più ambizioso che cerca di individuare i nessi causali fra le strutture e i processi di mutamento storico. Questo secondo approccio è più complesso, ma anche più interessante.
Per avviare questo ampio e ambizioso progetto di ricerca il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere ha deciso di concentrarsi nel corso del quinquennio nell’approfondimento di quattro linee tematiche interdisciplinari: