
Presentazione del libro di Dario Barbera
Mercoledì 23 novembre 2022, alle ore 16:30 presso la Gipsoteca di Arte Antica e Antiquarium dell’Università di Pisa (Piazza San Paolo all’Orto 20, Pisa) si terrà la presentazione del libro di Dario Barbera “Processo al Classico. L’epurazione dell’archeologia fascista” (Edizioni ETS 2022).
Interverranno:
Anna Anguissola, Alberto Mario Banti, Luca Iori, Giovanni Salmeri.
Sarà presente l’autore.
DARIO BARBERA ha conseguito il dottorato di ricerca presso la Scuola Normale Superiore di Pisa ed è stato borsista per un biennio all’Istituto Italiano per gli Studi Storici di Napoli, dove ha avuto modo di condurre la ricerca di cui si presentano qui per la prima volta i risultati. Insieme ad alcuni saggi di archeologia, storia dell’arte antica e storia culturale, ha pubblicato un carteggio inedito tra Federico De Roberto e Corrado Ricci (Pungitopo, 2018) e due guide artistiche su Giulio Romano (Electa, 2019).
Sono pochi i lavori di storia dell’archeologia italiana che si avventurano oltre i rassicuranti steccati della disciplina, e ancor più rari i tentativi di impostare una storia della concezione e del ruolo dell’archeologia nella società italiana. Cercando di uscire fuori dal recinto accademico, questo libro prova a inoltrarsi nel drammatico quinquennio 1943-1948, per ricavarne una nuova lettura dell’archeologia fascista e del suo superamento all’interno del processo di transizione dal regime alla Repubblica. Un passaggio qui presentato come un contrastato laboratorio di ricostruzione identitaria dell’Italia e degli italiani a partire dal loro primato classico. Filo conduttore del racconto sono i processi epurativi dei protagonisti dell’archeologia fascista, ma tra le carte processuali, a rendere la grana del contesto, si mescolano fatti, idee e interpretazioni del dopoguerra italiano. Una fase cruciale per il Paese e la sua archeologia, in cui affondano le proprie radici le diverse politiche del Classico che caratterizzeranno l’Italia repubblicana. Una dimensione ideologica e conflittuale della tradizione che oggi sembra essere tramontata, per l’affermazione sempre più prepotente della tecnocrazia nello studio dell’antico. Anche su ciò il libro s’interroga.
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