Lexiconomy. Writing the Structures of Landholding in a Changing Italy (5th–8th century)

Anno di inizio e fine
2023 - 2025
Stato
In corso
Tipologia
Progetti nazionaliStoria
Responsabili
Responsabile scientifico nazionale: Paolo Tomei (RTD - Storia medievale)
Membri
Simone Maria Collavini (PO - Storia medievale, Università di Pisa) Luisa Andriollo (non in servizio, già RTD - Civiltà bizantina, Università di Pisa) Dario Internullo (RTD - Storia medievale, Università degli Studi Roma Tre), Responsabile locale Vito Loré (PO - Storia medievale, Università degli Studi Roma Tre) Andrea Angius (RTD - Storia romana, Università degli Studi Roma Tre) Carlo Ferrari (Titolare di assegno di ricerca - Storia romana, Università degli Studi Roma Tre)

Il progetto parte dalla convinzione che le parole siano risorse rinnovabili: sono modellate dall’uso a lungo termine e sono quindi consegnate alla storia dall’oggetto stesso del suo studio. Inoltre, le scritture possono essere viste non soltanto come monumenti culturali, ma anche come oggetti sociali, progettati per agire sul presente. Al centro dell’indagine si trovano quindi, per così dire, due strutture portanti: la base del potere e del prestigio, cioè la terra; e la base della ricostruzione storica, cioè le scritture nei loro aspetti lessicali, materiali e pragmatici.

LEXICONOMY si propone di condurre una ricerca storico-semantica sulle parole appartenenti alla sfera fondiaria con l’obiettivo di: A) osservare insieme le strutture e le scritture del potere; B) cogliere i processi di trasformazione e ristrutturazione nelle e attraverso le parole; C) studiare il rapporto tra elementi di continuità e di cambiamento; D) individuare le fasi in cui si verificano trasformazioni e quindi stabilire una periodizzazione. All’interno di questo quadro, l’insieme mutevole di significati e significanti associati alle parole sarà studiato storicamente, sia come processo della trasformazione sia come risposta alla trasformazione.

L’indagine si concentrerà sul periodo tra il V e l’VIII secolo. Questa è la fase in cui si verificò una grande transizione. Lo spazio romano si regionalizzò e ciascuno dei suoi frammenti elaborò l’eredità di Roma in modo diverso. Si verificarono cambiamenti epocali che interessarono le strutture e le scritture del potere, con cronologie non uniformi: si passò dalle tasse alla terra con riferimento alla base economica di supporto per le istituzioni; dal papiro alla pergamena quanto al supporto di scrittura. Il caso di studio scelto è una regione che, dall’essere il cuore del Mediterraneo romano, finì per diventare una zona di frontiera: L’Italia.

 

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